Come aumentare le entrate, ridurre i costi e migliorare la soddisfazione del cliente attraverso il sito Internet
Siamo tutti ormai seriamente convinti che non avere un sito web per la propria azienda è un errore. Ci ripetono all’infinito che noi possiamo ignorare Internet ma che Internet non ignora noi.
Basta questo per giustificare una presenza nel web? Direi che è un po’ poco.
Progettare il proprio sito Internet senza porsi tre domande fondamentali significa buttare tempo e soldi. Un sito Internet può avere solo tre obiettivi:
- aumentare le entrate
- ridurre i costi
- migliorare la soddisfazione/fedeltà del cliente
Questo è tutto. Tre semplici cose.
Una volta sviluppati questi obiettivi nella strategia progettuale del sito Internet (e realizzato il sito stesso), manca un elemento finale in grado di fare la differenza e permettere la verifica e il miglioramento del tasso di raggiungimento degli obiettivi.
La strategia progettuale è pura teoria ed immancabilmente si dovrà scontrare con la potenza devastante della pratica: i visitatori del sito Internet!
Diventa pertanto fondamentale dotarsi di un piano (e di più strumenti) in grado di misurare i comportamenti, le aspettative, le insoddisfazioni degli utenti web e metterli in relazione con il raggiungimento degli obiettivi dichiarati.
Le domande chiave associate ad un piano di questo tipo riguardano 4 capitoletti di indagine:
- Il cosa (flusso dei clic)
- Il quanto (analisi dei risultati)
- Il perchè (ascolto degli utenti)
- Il cos’altro (competitive intelligence)
Fatto questo, nel giro di pochi mesi sarà semplice individuare e correggere le aree critiche ed evidenziare e migliorare i punti di forza del sito Internet.
La maggior parte degli strumenti di Web Analytics oggi disponibili, sono in grado di “vomitare” enormi quantità di dati ed alcuni di questi ottimi strumenti sono addirittura gratuiti.
L’investimento richiesto non è quindi sul costo degli strumenti quanto in termini di risorse intelligenti, di analisti capaci di distillare informazioni preziose.
Che ne pensate?
Fabio Polo